giovedì 30 novembre 2017

Tommaso Fusari - Tempi duri per i romantici (Recensione)



Stefano ha ventidue anni e una vita tranquilla. Simpatico, belloccio e con la battuta sempre pronta, divide il suo tempo tra le serate a Trastevere con gli amici, il lavoro che non ama particolarmente ma che gli permette di avere una casa tutta per sé, le polpette piene d'amore di mamma e la storia con Michela. Sembrerebbe andare tutto per il verso giusto eppure a Stefano qualcosa non torna. Non può fare a meno di sentirsi incompleto, fuori posto, fuori cuore. Stare con Michela gli ha fatto capire che "con una donna puoi ridere, mangiare, guardarci un film, scoparci tutta la notte, prenderci il caffè insieme e correre comunque il rischio di non amarla". Perché l'amore vero è un'altra cosa. E sta da un'altra parte.

Allora succede che ritrovare un dischetto di cartone con sopra disegnato un pettirosso dia uno strattone alla sua vita costringendolo a ripensare a quando, dieci anni prima, era poco più che un bambino. E a ricordare quegli occhi scuri e profondi, quelle lentiggini che diventavano una costellazione, quel modo goffo e particolarissimo di tirarsi da parte i capelli rosso fuoco. Da quel momento niente ha più senso se non andare a cercarla, ovunque sia, rischiando di perdere tutto pur di ritrovarla. Lei, Alice, il pezzo mancante, la ragazzina che ti guardava in un modo che non sai spiegare, in un modo che ti sentivi subito a casa. Perché, davvero, certe volte perdersi diventa l'occasione unica e imperdibile per ritrovarsi. Perché "si possono dimenticare episodi, eventi, parole, canzoni, ma mai le persone che ci hanno fatto del bene".

Tommaso Fusari, romano, classe 1992, è autore della seguitissima pagina Facebook Tempi duri per i romantici. Quello che avete tra le mani, richiesto a gran voce dal popolo della rete attraverso l'hashtag "escistolibro", è il suo primo romanzo.


📚Recensione📚


Ho scoperto questo libro per caso su Instagram e il titolo mi ha colpito molto. Sono subito andato a sbirciare la trama e me ne sono innamorato.
Fin dalle prime pagine ho notato la magia che avrebbe accompagnato la lettura dei prossimi capitoli.
Subito dopo aver letto il prologo e, di conseguenza, il primo capitolo sono rimasto a bocca aperta con una domanda:
“Ma Alice? Dov'è finita?”

Eravamo due destini paralleli con lo sguardo basso e le mani nelle tasche.

Ho provato un senso di delusione, non perché avevo conosciuto, a grandi linee, il personaggio, ma perché ho notato che era lei stessa la magia. Ed è la stessa cosa di cui si accorge Stefano, che possiamo definire il protagonista principale. Si accorge che un pezzo di sé non c'è più quando, per caso, in una scatola con i suoi averi, ritrova il dischetto di cartone fatto da Alice. Gli piovono tutte le promesse fatte, i sogni, la vita che avevano sognato insieme. Ma Alice non c'è più e a distanza di anni crede che non potrà mai trovarla perché è andata via senza traccia.

Il pensiero di lasciare Alice per tutto quel tempo mi faceva male, e non sapevo assolutamente cosa volesse dire quella sensazione. Sapevo solo che non avrei mai voluto, per nessun motivo al mondo, staccarmi da lei.

Il linguaggio del libro è molto moderno, c'è qualche parolaccia è vero ma non tanto da rovinare il libro. Ho sofferto davvero tanto leggendo i primi capitoli. Vi state chiedendo, sicuramente, perché. Perché il libro è scritto talmente bene che ho sentito l'angoscia di Stefano, il suo dolore, la perdita di Alice. Nonostante percepissi queste emozioni e, dopo varie pause con il groppo in gola, sono andato avanti. Sia chiaro: provare queste emozioni leggendo un romanzo non è un segno negativo, anzi. Sono andato avanti macinando le pagine fino a ritrovarmi alla fine con un dolore ancora più forte. Il libro mi ha portato a farmi tante domande. Su cosa? Sul destino, sulla forza dell'amore, sulle scelte che facciamo. E mi ha dato anche, almeno, una risposta fra le tante: per un amore così bisogna lottare e sapete perché? Perché il vero amore esiste.
Questo è un mio pensiero che ho fatto emergere durante la lettura di questo romanzo. In realtà ne avrei altri due ma non so neanche se condividerli.

Ci sono dei libri che ti prendono a schiaffi, che disegnano una mappa per il cuore che è un labirinto di vie non percorse anche da noi stessi. Questo libro è uno di quelli.

In conclusione posso dire che il romanzo è scritto benissimo, si legge fluidamente senza punti in cui ci si annoia, anzi, soprattutto nei primi capitoli, il lettore percepisce l'ansia di andare avanti e risolvere il mistero. Unico dubbio che, credo rimarrà irrisolto, è se il romanzo ha qualcosa di autobiografico. Se lo ha spero soltanto che l'autore abbia trovato la sua Alice.

Qualcuno, in mezzo a tutto questo porcile, che sappia scegliere te e soltanto te, anziché andare a tentativi, prima con una, poi con un’altra, poi con un’altra ancora. Qualcuno che richiami dopo che gli hai attaccato il telefono in faccia. Qualcuno che non sa se scenderai, ma sotto casa tua ci viene comunque. Qualcuno che se ne freghi della propria immagine di uomo forte e insofferente, e si butti.» «Mi sembra un’utopia.» «Ma è l’unica utopia che vale. Gli amori più veri nascono dai salti nel vuoto.»

Unica controindicazione: se siete stronzi questo libro non fa per voi. Perché certi libri bisogna comprenderli da dentro di sé.
I romantici si stanno estinguendo? No! Siamo tanti! Ho deciso di lasciarvi un altro dei miei pensieri:

Succede che consideriamo amore ogni relazione che abbiamo durante la nostra vita. Finché non proviamo quell'amore per il quale andresti contro il mondo; quell'amore che ti può distruggere in un millesimo di secondo. Soltanto allora capiamo che tutto quello di cui ci eravamo convinti era soltanto affetto. L'amore vero è uno solo.

Voto: 5 su 5

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